Ho deciso di fare il Cammino ("PAZZO"! dicono alcuni, "BELLO!" altri "...E AR POPOLO?" altri ancora). Provo a condividere questa mia esperienza qui. Se vi va seguitemi e teniamoci compagnia.
Istruzioni
domenica 19 giugno 2011
Finisterre ed il ritorno a casa
sabato 18 giugno 2011
Le ultime tappe e l'arrivo a Santiago
lunedì 13 giugno 2011
SANTIAGO, SANTIAGO, SANTIAGO (ieri)
venerdì 10 giugno 2011
Palais del re
Un post rapido solo per correggere quanto detto da Luisa che forse a causa del runore del ristorante ha capito male. Vero che non suonava il tel. ma era una cosa temporanea, come da titolo sono a Palas del rei e non so esattamente i km percorsi. Il resto era giusto. Baci a tutti.
giovedì 9 giugno 2011
Sarria-Portomarin e seguito quercia
Ho superato i -100 anzi siamo a -90, il bello è che sia io che chi mi legge parliamo di queste ultime tappe con noncuranza, come uscire per andare a fare spesa, ma sono pur sempre un sacco di passi da fare, è che a confronto di quelli fatti viene naturale. Portomarin credo prenda il nome dal fatto che sul fiume mi è sembrato di vedere dei rest (romani?) di una fortificazione e di un porto, chiedo lumi alle mie guide.
Ma torniamo alla quercia. Come si sarà intuito ho parlato con Gabriellla a voce e ... si temo di avere toppato! A meno che non mi abbia preso in giro, ma non credo. Ora vi dico la mia, e di Mauro, e poi lascio a lei la parola, anche perché mi ha solo detto che ho sbagliato ma non mi ha detto tutto.
Dunque la quercia era quella ma era assolutamente inavvicinabile perché immersa in un campo di ortica alta più di un metro. Ho provato a girarle intorno sia dall'alto della strada che passando da un viottolo in mezzo al fango ma non sono riuscito a vedere nulla che assomigliasse ad un'apertura nella quale infilare la testa per trovare la pietra e l'iscrizione. Alla fine sia io che Mauro abbiamo pensaro che la storia volesse essere solo un mezzo per costringere il pellegrino a rallentare sia, prima, per cercare la quercia, sia poi per trovare l'iscrizione e quindi capire che il cammino è fatto non dall'arrivare presto ma da tanti dettagli ed incontri durante il cammino stesso. Io, comunque, il mio cammino l'ho vissuto così, e ne sono felice, ora però la parola a Gabri per la fine della storia.
mercoledì 8 giugno 2011
Triacastela-Sarria e la quercia
Ma immagino la curiosità sulla quercia e l'iscrizione raccontate da Gabriella, che or ora mi ha mandato un sms per sapere.
Bene, usciti da Triacastela seguiamo le indicazioni per San Xil. Dopo un po' mi viene il dubbio di avere sbagliato strada perché la storia parlava di sentiero e noi, Mauro ed io, eravamo su una strada asfaltata. Eh questi pellegrini adrenalinizzati ed ansiosi! Dopo poco ecco il sentiero, anche abbastanza faticoso per il fondo sconnesso e la pendenza, il racconto parlava di una distanza di mezzora dall'inizio ma non sapendo il tipo di passo a cui si faceva riferimento ho cominciato a studiare tutti gli alberi imponenti che incontravo, idem faceva Mauro che mi precedeva di qualche minuto. Il bosco in cui eravamo è molto bello e di alberi imponenti ce ne erano diversi ma tutti castagni. Poi il sentiero sterrato finisce, ricomincia l'asfalto ed io mi stavo convincendo di avere veramente sbagliato strada. Ad un tratto la strada fa quasi un tornante ed al centro della curva ...
due querce ma una veramente imponente e veramente più larga che alta, non il tronco ma la chioma, spettacolare (ho le foto, ma non il computer per metterle,sigh). Me la guardo affascinato, cerco di girarle intorno, non è facile perché la strada è più alta della base dell'albero. E la pietra con l'iscrizione? Si l'ho trovata ed anche Mauro l'ha trovata e l'interpretazione che ne abbiamo dato era identica. Non l'ho potuta fotografare, era impossibile, e non credo di poter rivelare il significato della "scritta" perché è riservato a chi fa il cammino e ritengo bello e giusto che ognuno la trovi e la interpreti da sé.
Spero di trovare più avanti un pc con cui poter pubblicare le foto.
Il resto della tappa è scivolato via con molta calma ed alle 12,30 siamo arrivati a Sarria.
martedì 7 giugno 2011
O cebreiro - Triacastela, una tappa di "mierda"!
Di nuovo dal cellulare e spero di non fare pasticci. Partiti verso le sette con una vera e propria bufera immersi non nella nebbia ma proprio in una nuvola carica d'acqua che inzuppava tutto e tutti. Temperatura percepita -20'. Vabbé a parte gli scherzi la temperatura sembrava almeno 5' sicuramente per l'umidità pazzesca ed il forte vento. Non è che abbia piovuto ma camminavamo in mezzo a goccioline d'acqua in sospensione, e cosí coperti con tutta l'attrezzatura da pioggia, comprese finalmente anche le ghette, ci siamo avviati su un percorso, ovviamente, sterrato. Riuscite ad immaginarlo? Si? Bene, ora aggiungete al fango la conseguenza di una prevalente attività pastorizia della zona, leggasi allevamenti di mucche (alcune con evidenti problemi diarroici) e ora avete capito il perché del titolo, ma solo in parte. Eh si perché non bastava la tipologia della strada ed il tempo atmosferico, e quindi la mancanza di qualsivoglia panorama, a rendere la giornata, diciamo, non buona ma dopo poco ci si è messo quell'inopportuno del mio piede che, presumo a causa dell'umidità, ha iniziato a darmi pareccchio fastidio.
E' curioso però l'effetto che il "cammino" ha sulla psicologia del pellegrino, o forse la mia soltanto (Gabri confermi o smentisci?) cioè si sviluppa un ottimismo che aiuta ad andare avanti anche a fronte della legge di Murphy o di quella che chiamerei di di Frankestein junior. Mi spiego trascrivendo i miei pensieri durante la camminata: ho iniziato pensando che una giornata di nebbia e di brutto tempo ci sta, finora ero stato fortunato, per fortuna non pioceva! Tempo 15 minuti mi sono reso conto che mi stavo zuppando. Beh, pensavo, è calato il vento e non sento più freddo. Poco dopo uscivo dal bosco e quindi il vento è ricominciato. Beh, pensavo, comunque mi sento ben protetto dal poncho, le ghette ed il cappello impermeabile. Dopo poco mi si è rotta una delle ghette. Beh, pensavo, pazienza tanto mi protegge lo stesso e meno male che la strada è abbastanza liscia così non mi fa male il piede. Poco dopo, la salita, l'ultima e non drammatica, ma il fondo della stradina diventava molto sassoso e quindi il piede ... beh, pensavo, porca zozza smetti di pensare e cammina che tra un po' ti becchi una storta o rotoli giù per il pendio. Mi sono distratto, guardavo i fiori, i più vicini, perché la visibilità era comunque di una cinquantina di metri, dopo un po' la strada ha cominciato a scendere e la visibilità è aumentata. La stradina era molto fangosa ma siccome correva parallela alla strada asfaltata ho deciso di proseguire su questa per non affaticare il piede già dolente, curioso ma si riabbassata la nebbia. Ho fatto pochi km sull'asfalto scansandomi al sopraggiungere delle auto, per fortuna poche (non l'ho pensato al momento). All'entrata di un paesino, credo fosse o biduedo, l'indicazione del cammino dava, verso un sentiero, Triacastela a 7km. Entro in un bar e chiedo se la strada asfaltata porta anche lei aTriacastela, mi dicono di si ma che è più lunga. Volevo fregarmene e fare quella, poi una considerazione mi ha covinto a riprendere il "cammino", 2 km in più sono comunque parecchi a fine tappa e l'asfalto, per di più in discesa, non giova alle ginocchia, dunque ho preso il sentiero ed, incredibile, la ripida e sconnessa discesa mi fatto un pochino alleggerire l'appoggio sul tallone e quindi ho proseguito a velocità quasi normale arrivando alla meta verso le 13,30 non senza avere attraversato un ultimo paese di allevatori di vacche con le conseguenze già dette.
Ci vuole o no ottimismo?
lunedì 6 giugno 2011
Arrivato all'ultima cima!
domenica 5 giugno 2011
Vega de valcarce, el dia ante subir a 'O Cebreiro
Hasta luego!